Questa Comunità di Accoglienza è progettata per rispondere alle esigenze dei minori, maschi fino a 10 anni e femmine fino alla maggiore età, con problematiche di inserimento sociale dovute a condizioni di disagio familiare, abitativo, socio-culturale. E’ aperta sette giorni su sette, tutto l’anno. Può ospitare dieci minori, più due in pronta accoglienza, di età compresa tra zero ed i diciotto anni.
Tra il tipo di prestazioni offerte della Comunità rientrano:
a) accoglienza, osservazione e progettazione: dopo un primo periodo di accoglienza ed ambientazione per il minore, la Comunità esegue una serie di osservazioni mirate alla stesura del Progetto Educativo Personalizzato, redatto in collaborazione con il Servizio Sociale di provenienza;
b) gestione dei rapporti con i Servizi Sanitari e Sociali: l’intervento educativo per il minore è progettato con il Servizio Sociale. La Comunità si preoccupa di far proseguire al minore, qualora siano stati già intrapresi, gli incontri di psicoterapia, o di intraprenderli. Per quanto concerne, invece, l’assistenza sanitaria di base o specialistica, esclusa quella psicologica, la Comunità, in collaborazione con la ASL di appartenenza, offre un medico sul territorio;
c) mantenimento dei rapporti con le famiglie d’origine (ed eventualmente affidatarie e adottive): le modalità di rapporto con la famiglia del minore sono definite già nella progettazione individuale del ragazzo e mediate dal Servizio Sociale. E’ compito degli Educatori agevolare i rapporti tra i minori e le loro famiglie (tranne i casi in cui sia sconsigliabile). A tal fine sono previsti dei contatti tra il minore ed uno o più componenti della famiglia d’origine: attraverso rientri periodici presso l’abitazione della famiglia, che tengono in considerazione la singola problematica ed i periodi di vacanza; oppure attraverso incontri, a volte vigilati a volte autogestiti da minore e famiglia, che durano da poche ore ad intere giornate. Ogni contatto (incontro e rientro) è preceduto e seguito da verifiche tra un educatore, la famiglia ed il minore. Le stesse modalità vengono utilizzate, a seconda dei casi, anche per l’avvicinamento del minore a famiglie affidatarie o adottive;
d) intervento di socializzazione e risocializzazione: si parte dal presupposto che in diverse situazioni ed in conseguenza delle problematiche che hanno portato all’inserimento in Comunità, molti ragazzi hanno perso alcuni contatti con il mondo esterno (amicizie, gruppi, …) e la capacità stessa di costruirli. Pertanto uno degli obiettivi fondamentali che la Comunità si prefigge è diretto a favorire i rapporti con i loro coetanei, allargando le loro esperienze sociali con l’inserimento in gruppi differenti e con l’utilizzo di strutture scolastiche, lavorative, sportive, ricreative e culturali per favorire l’integrazione e la socializzazione;
e) organizzazione del tempo libero (attività ricreative, sport, vacanze): la Comunità ricerca, potenzia e propone legami e forme di collaborazione bilaterali con le varie agenzie educative presenti nel territorio. Oltre alla realtà parrocchiale, è indispensabile valutare i progetti ed i servizi già attivati dalle istituzioni. Tutto questo ha come obiettivo primario quello di favorire l’acculturazione, la socializzazione, l’aggregazione sia con persone esterne che con quelle interne alla Comunità, svolgendo anche una funzione di sostegno e di sviluppo dell’identità della persona. Un momento molto importante di svago, divertimento ed aggregazione sono le vacanze, solitamente organizzate;
f) inserimento scolastico e rapporti con le Scuole (Insegnanti e gruppo classe): nella progettazione iniziale, fatta per ogni minore inserito in Comunità, è previsto spesso anche un percorso scolastico. Gli educatori scelgono la Scuola presente sul territorio più adatta ad accogliere e sostenere le sue problematiche, attraverso un confronto anche con i Dirigenti Scolastici. Durante tutto l’anno scolastico, vi sono incontri periodici tra gli Insegnanti ed un Educatore per valutare i risultati, l’inserimento nel gruppo classe, l’emergere di determinate difficoltà. È l’educatore, infine, che partecipa ai consigli di classe (quando è possibile si coinvolge anche la famiglia) e tiene informata anche dell’aspetto scolastico la famiglia, fornendogli fotocopia delle pagelle, organizzandogli incontri con gli insegnanti, esponendogli i successi ottenuti o le difficoltà incontrate. In questo caso la Comunità si fa carico di sostenere il minore nello svolgimento dei compiti per superare gli ostacoli incontrati.
Tra il tipo di prestazioni offerte della Comunità rientrano:
a) accoglienza, osservazione e progettazione: dopo un primo periodo di accoglienza ed ambientazione per il minore, la Comunità esegue una serie di osservazioni mirate alla stesura del Progetto Educativo Personalizzato, redatto in collaborazione con il Servizio Sociale di provenienza;
b) gestione dei rapporti con i Servizi Sanitari e Sociali: l’intervento educativo per il minore è progettato con il Servizio Sociale. La Comunità si preoccupa di far proseguire al minore, qualora siano stati già intrapresi, gli incontri di psicoterapia, o di intraprenderli. Per quanto concerne, invece, l’assistenza sanitaria di base o specialistica, esclusa quella psicologica, la Comunità, in collaborazione con la ASL di appartenenza, offre un medico sul territorio;
c) mantenimento dei rapporti con le famiglie d’origine (ed eventualmente affidatarie e adottive): le modalità di rapporto con la famiglia del minore sono definite già nella progettazione individuale del ragazzo e mediate dal Servizio Sociale. E’ compito degli Educatori agevolare i rapporti tra i minori e le loro famiglie (tranne i casi in cui sia sconsigliabile). A tal fine sono previsti dei contatti tra il minore ed uno o più componenti della famiglia d’origine: attraverso rientri periodici presso l’abitazione della famiglia, che tengono in considerazione la singola problematica ed i periodi di vacanza; oppure attraverso incontri, a volte vigilati a volte autogestiti da minore e famiglia, che durano da poche ore ad intere giornate. Ogni contatto (incontro e rientro) è preceduto e seguito da verifiche tra un educatore, la famiglia ed il minore. Le stesse modalità vengono utilizzate, a seconda dei casi, anche per l’avvicinamento del minore a famiglie affidatarie o adottive;
d) intervento di socializzazione e risocializzazione: si parte dal presupposto che in diverse situazioni ed in conseguenza delle problematiche che hanno portato all’inserimento in Comunità, molti ragazzi hanno perso alcuni contatti con il mondo esterno (amicizie, gruppi, …) e la capacità stessa di costruirli. Pertanto uno degli obiettivi fondamentali che la Comunità si prefigge è diretto a favorire i rapporti con i loro coetanei, allargando le loro esperienze sociali con l’inserimento in gruppi differenti e con l’utilizzo di strutture scolastiche, lavorative, sportive, ricreative e culturali per favorire l’integrazione e la socializzazione;
e) organizzazione del tempo libero (attività ricreative, sport, vacanze): la Comunità ricerca, potenzia e propone legami e forme di collaborazione bilaterali con le varie agenzie educative presenti nel territorio. Oltre alla realtà parrocchiale, è indispensabile valutare i progetti ed i servizi già attivati dalle istituzioni. Tutto questo ha come obiettivo primario quello di favorire l’acculturazione, la socializzazione, l’aggregazione sia con persone esterne che con quelle interne alla Comunità, svolgendo anche una funzione di sostegno e di sviluppo dell’identità della persona. Un momento molto importante di svago, divertimento ed aggregazione sono le vacanze, solitamente organizzate;
f) inserimento scolastico e rapporti con le Scuole (Insegnanti e gruppo classe): nella progettazione iniziale, fatta per ogni minore inserito in Comunità, è previsto spesso anche un percorso scolastico. Gli educatori scelgono la Scuola presente sul territorio più adatta ad accogliere e sostenere le sue problematiche, attraverso un confronto anche con i Dirigenti Scolastici. Durante tutto l’anno scolastico, vi sono incontri periodici tra gli Insegnanti ed un Educatore per valutare i risultati, l’inserimento nel gruppo classe, l’emergere di determinate difficoltà. È l’educatore, infine, che partecipa ai consigli di classe (quando è possibile si coinvolge anche la famiglia) e tiene informata anche dell’aspetto scolastico la famiglia, fornendogli fotocopia delle pagelle, organizzandogli incontri con gli insegnanti, esponendogli i successi ottenuti o le difficoltà incontrate. In questo caso la Comunità si fa carico di sostenere il minore nello svolgimento dei compiti per superare gli ostacoli incontrati.